Sono molte le suggestioni che possono venirci dal racconto di Zaccheo; un peccatore conosciuto e disprezzato, un capo d peccatori, cioè uno che induce al peccato anche altri, possiamo supporre, per vantaggi personali. Eppure basta la notizia dell’avvento di Gesù a Gerico perché sorga la sua curiosità, una curiosità forte che lo spinge ad andare oltre i limiti imposti dalla sua persona e trovare il mezzo per incontrare colui che gli cambierà la vita. Non sappiamo perché, ma vediamo che basta un autoinvito a pranzo perché tutto si metta in moto. Ed allora se ci vogliamo aprire alle suggestioni lo spazio è ampio: ci possiamo immaginare per Zaccheo una vita solitaria in una casa bellissima, ma vuota; ci possiamo immaginare una esistenza spirituale piena di rimorsi, ma con l’unico impedimento di pensarsi ormai fuori dal piano di Dio; ci possiamo immaginare la tentazione di pensare di non poter più rimediare al male compiuto…
Zaccheo si scopre visto, desiderato, anche nel suo nascondiglio, che certo copriva gran parte del suo corpo minuto, e talvolta questo basta perché la nostra vita cambi, perché si avverta con urgenza che anche noi abbiamo un significato e un senso. Perché sappiamo far diventare la nostra stessa vita, un dono. Zaccheo non solo restituisce, ma dona; non solo comincia ad uscire dal suo peccato, ma inizia un percorso di riavvicinamento a se stesso e a gli altri. Solo perché, per un semplice richiamo, si è sentito desiderato nientemeno che da Dio.
Zaccheo sul sicomoro
Questa miniatura ci aiuta a compiere anche il percorso complementare, nel nostro cammino di imitazione del Signore: se il testo del Vangelo ci colloca dalla parte di Zaccheo nella necessità di ascoltare, magari salendo su un albero, il dipinto invece ci mete di fronte ad un evento realissimo come quello dello sguardo di Gesù, teso a scoprire le mendicità di chi sa soltanto fare dei piccoli gesti di richiesta di attenzione, per cogliere in essi la possibilità della salvezza e della liberazione. Nell’immagine un particolare interessante. Zaccheo sale su un sicomoro sciolto, contrapposto ai due altri rappresentati sullo sfondo, legati, occlusi, proprio perché nessuno potesse nascondersi tra i loro rami. Segno di un suo desiderio, nemmeno troppo latente, di essere visto. E, certamente di essere accolto. Basta questo al Signore perché tutto abbia un nuovo significato.