Menu Chiudi

Morte di San Giovanni Battista, Caravaggio

𝗖𝗼𝗺𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗮𝗹 𝗩𝗮𝗻𝗴𝗲𝗹𝗼 𝗱𝗶 𝗗𝗼𝗺𝗲𝗻𝗶𝗰𝗮 4 𝗗𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 

Come in ogni Avvento, la preparazione del Natale prevede che ci confrontiamo con la figura di colui che ha preparato la via del Signore, e cioè Giovanni il Battista. Una figura strana, inquietante, straniante, di cui Gesù ha avuto una grandissima stima e che ha seguito, all’inizio della sua predicazione, con estrema attenzione. Lo hanno iscritto tra gli esseni, lo hanno paragonato al profeta Elia, lo hanno bistrattato come un fondamentalista esaltato. Eppure i testi che lo presentano hanno sempre per lui, un occhio di riguardo, una posizione di rilievo nella stria che precede immediatamente la venuta del signore e questa ci mostra, credo più di ogni altra cosa,  la sua specifica vocazione: quella di precursore. Ed è questo titolo che ormai siamo abituati ad attribuire a Giovanni, senza più pensare, forse, a che cosa questo significhi.

Colui che viene prima, colui che intravede nelle storia dei segnali che ad altri sfuggono, che sa quando altri ignorano. Una vocazione che condanna ad una esistenza piena di dubbi, di incertezze, di incomprensione e quindi di solitudine. La sua scelta di vivere nel deserto, seppur di scelta si è trattata, ha sicuramente un alto valore di significato, (è nel deserto che Dio ha incontrato Israele e lo ha fatto  diventare il suo popolo), ma forse anche una indicazione spirituale: la vita di Giovanni è stata un deserto (come quella di Elia); è stata caratterizzata da scelte estreme (come quella degli esseni); ha interpretato la Scrittura come guida assoluta della propria vita ( quando, oggi come allora, tutti sono disposti al compromesso). Giovanni è straniante e inquietante: forse è stata proprio questa la sua vocazione.

 

Morte di San Giovanni Battista di Caravaggio

 

Il magnifico dipinto di Caravaggio, che rapresenta Giovanni nel momento esatto della morte, quando una servetta sta per raccoliere in un vassoio la sua testa, come richiesto da Salome, raduna tutta la tragedia della situazione in un gesto di disperazione di una donna che partecipa pienamente all’evento. Tutti gli altri stanno semplicemente svolgendo i loro compiti, quando non addirittura curiosando (come gli spettatori, forse altri prigionieri, alla finestra). Il boia uccide e prepara la macabra rappresentazione, la servetta porge il vassoio, l’altro uomo da istruzioni.
Due altri protagonisti sono invisibimente presenti: la luce che scnde perpendicolare sulla figura del Battista e che non riesce ad illuminare la scena è, ancora una volta, come in moltissime opere dell’artista lombardo, la presenza e la Grazia di Dio. Dio è presente anche qui. Se la vita di Giovanni è stata una vita di solitudine, Dio non lo ha lasciato solo nel momento più terribile. E poi il pittore stesso: la sua firma nel sangue che sgorga dalla ferita del Battista non può essere una scelta casuale. In quel sangue ha trovato il senso della missione del Battista, in quel sangue ha voluto imprimere il suo sigillo ed esprimere la sua partecipazione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *